Una volta si diceva… prendi l’ombrello
Piove governo ladro
Ora invece… Fai testamento, saluta i tuoi bambini,
dai l’ultimo sguardo alla tua casa indenne
16.10.2015
di Alfredo Labate Grimaldi
“ALLARME METEO!”
“SI ATTIVA LA PROTEZIONE CIVILE!”
“SCUOLE CHIUSE E IL SINDACO DICE <NON USCITE DALLE CASE!>”
Perché……. Pioverà!!!
Ma… sentite! Non bisogna essere Matusalemme e nessuno di noi e di voi lo è, per ricordare che, quando il buon colonnello Bernacca di felice memoria, ci diceva che “domani… forse pioverà “ (allora le previsioni non erano fatte con procedimenti matematici ), al massimo ci si armava di ombrello e, magari, ci si metteva anche l’impermeabile, ma non è che si avvertiva la Croce Rossa!!!
Ora le previsioni meteo annunciano una perturbazione intensa che proviene dall’Atlantico e… ci si comporta come in attesa di un probabile tsunami!
E, purtroppo – questo il guaio – lo tsunami arriva!
Non è uno tsunami, piove soltanto, però… si contano i morti!
Piove, e vengono distrutte case.
Piove, e automobili diventano giocattoli in miniatura e le troviamo, come per un macabro gioco fatto da bambini cattivi, ammassate l’una sull’altra, oppure che in città, galleggino, come barchette di carta, per le vie che, intanto, son diventate fiumi e fiumi in piena.
Ricordate le immagini di Firenze del 1966 e le più recenti di Genova!
Così, i paesi, le campagne, le città diventano irriconoscibili deserti di morte.
Così, l’acqua, la “francescana sora acqua” diventa apportatrice di morte e fra le più atroci.
Così, uomini e donne muoiono negli scantinati come topi, oppure in un’auto, in un sottopasso, con i bambini che sono andati a prendere a scuola!…
Cosa è cambiato…
Cosa è cambiato, che dobbiamo temere la pioggia e guardare timorosi, il cielo plumbeo e piccoli fiumi che in poche ora diventano assassini?
Ci poniamo la domanda.
Ma se la dovrebbero porre e più di noi e doverosamente, la domanda, i nostri politici.
Meglio, oltre a porsela la domanda, dovrebbero, altrettanto doverosamente, anzi, proporre un rimedio, perché – diciamocelo! – sarebbe… – è! – il loro mestiere.
E’ facile – troppo facile – incolpare il cambiamento del clima.
Il clima, sì – alla faccia dei soloni di turno che proclamavano il contrario, e che cioè… “il clima non cambia in un ventennio!” – (ma ora ve ne siete accorti, che han smesso di dirlo?) il clima è cambiato, sì, ma c’è anche una colpa precisa dell’uomo, leggi, delle istituzioni.
Istituzioni che, non c’è differenza, vanno dalle più piccole alle più grandi: dal Comune di montagna che non pulisce l’alveo del torrentello del paese, ai massimi livelli dello Stato.
Il sindaco che si trova l’alluvione in casa, forse ci rimette la sedia, le colpe vengono poi palleggiate fra Provincia, Regione, ed Enti preposti , vari… Tutti dicono che la colpa non è loro, ma di un altro… ; guai a chi rimane col cerino acceso in mano, ma intanto… si contano i morti!
E si gurdano le case ditrutte, fatte con i sacrifici d’una vita e che mai più si potranno forse ricostruire. Perché questi sono eventi così tragici che – sappiatelo – sono, purtroppo, una sterzata imprevista per una vita, un’inversione ad “u” e, chiaramente, non certo positiva!
E si guardano i negozi, i capannoni, le attività. Tutta una distruzione!
Arriva il sottosegretario di turno e dice che lo Stato farà slittare le tasse di un anno…
Passano pochi mesi… le cartelle esattoriali arrivano puntuali: oltre al danno, la beffa, d’uno Stato millantatore.
Lo Stato…
ignora.
E da parte del Presidente del Consiglio, non una parola, non un gesto, per i morti, per i danni…
Pare che la parola d’ordine sia: “ignorare”, sia… voltiamoci dall’altra parte, sia… facciam finta che non sia successo niente e se qualcuno ne parla, diciamo che sono… i soliti “gufi”!
Noi crediamo…
E… con noi… c’è anche un tal “francesco vestito di bianco, ma con delle vecchie scarpe nere ai piedi e non più, grazie a Dio, con i mocassini rossi e con una altrettanto vecchia borsa nera in mano”…. che la pensa come noi. (embé, ogni tanto un po’ di autostima e un po’ di autoreferenzialità fanno bene… nooo??? ). Ebbene dicevamo che….
Crediamo che lo Stato… gli Stati del mondo pensino troppo all’Economia e poco o, per niente, all’Uomo!
Certo… certo, lo sappiamo che il mondo si è sempre mantenuto sull’economia e – escluse quelle di religione – le guerre si son fatte solo per il signor danaro, ma se abbiamo avviato ed ottenuto un più che tangibile progresso civile e sociale nel corso dei secoli, è d’uopo continuare ed ancor più perseguirlo, soprattutto per simili frangenti .
Per le alluvioni, – ma che diciamo? – per le piogge, che scatenano da un po’ di tempo il finimondo, ci dev’esser qualcosa da fare e non soltanto contare i morti e i danni! E questo e, così, l’avrebbe detto anche il diretto e poco complimentoso Pertini, giustamente incazzandosi ed agitando minacciosamente la pipa nella mano…
E se c’è un “da fare”, non può essere che compito delle Istituzioni, chiamate ad operare finalmente, e sarebbe tempo, con serietà e con spirito di… Patria (oddio, che abbiam detto!!!). E non come sempre che… a causa di miriadi di leggi, leggine, disposizioni, sentenze, circolari, interpretazioni e cavilli, non si sa mai… la pulizia di quel fiumiciattolo a chi competa!
Ed ecco che torna in ballo la politica che non è mai chiara. Anzi , che non vuole esserlo, mai chiara, per poi poter giocare sull’equivoco, per poi, poter fare il vecchissimo gioco dello scaricabarile, oppure fare l’atto, anch’esso antichissimo, di lavarsene le mani!
Come il caso di una recente legge che, ora, se perdete la casa per eventi naturali, lo Stato non vi dà più una lira e ve la ricostruite voi, se c’avete i soldi, altrimenti… ciccia!
Poi… aggiungono che è consigliabile farsi un’assicurazione!…….
Ed ecco che riappare l’economia… ! Un buon affare per le assicurazioni, non vi pare?…
Una volta, dopo più di cent’anni, sì, forse… (a Messina, alcuni stanno dal 1908, ancora nelle baracche), ma lo Stato ve la “prometteva”… una casa!
Insomma… dissesto idrogeologico, costruzioni obsolete e tirate su alla bell’e meglio che ormai non reggono manco più ad un soffio di vento, figuriamoci ad una seria scossa tellurica, sciatteria, pressappochismo o, peggio, disinteresse dell’amministrazione della cosa pubblica e si dice cosa pubblica, ma in questa rientrano anche vite umane… legislazione farraginosa e molteplici enti preposti a fare, ma che poi non fanno, perché si gioca sempre a… “sì, ma quello lo deve fare lui e non noi”…
Insomma…
Insomma non chiediamo la luna, però, così non si può andare avanti!
Assurdamente noi chiediamo che quando piove l’unica nostra preoccupazione debba essere quella di non dimenticare l’ombrello a casa e crediamo che questo, oggi, sia diventato un diritto… un diritto ridicolo!
Che almeno, ci sia un po’ di rispetto per i morti e per quelli che rimangono danneggiati nelle proprietà, nelle cose… nei ricordi… e ci si rimbocchi le maniche, finalmente, ma seriamente e non demandando alla solita commissione che studi….
Si faccia…. si faccia qualcosa, magari anche di sbagliato – errare è umano – ma si faccia: non è più tempo che questa problematica possa essere ignorata.
Meno Bruxelles, meno politica dei grandi numeri… ma più politica reale, vera.
Perché, non ci stancheremo mai di ricordarlo ai Signori del Vapore che la politica, per i Padri Greci era…
“Amministrazione della polis”… della città!