L’AUTO E LA MODA
05.05.2014
di Antonella Lojercio
Ogni azione o scoperta tecnologica umana influenza la vita stessa degli uomini.
Quasi sempre a loro totale beneficio, nel breve e nel lungo termine e, soprattutto, nel quotidiano.
Non poteva essere diversamente per quanto riguardava l’auto, strumento di locomozione che ha cambiato radicalmente le abitudini e le necessità degli uomini in ogni
parte del mondo,con una rapidità impressionante, non riscontrata in nessuna altra industria all’infuori di quella automobilistica.
Facevano tenerezza i cappellini delle signore dell’epoca dei pionieri dell’auto, coraggiose compagne di viaggio sulle rumorose carrozze “a cavalli vapore”.
Le vetture traballavano, sbuffavano, spruzzavano vapore e rendevano quanto mai
ardua la stabilità sui primi rudimentali sedili, alquanto spartani.
Andare in auto agli “albori” dell’auto, era una impresa.
Dosi massicce di intraprendenza e vestiti adeguati, come per andare a caccia alla volpe, o a pesca o per qualsiasi attività sportiva.
L’uomo trovò subito i rimedi : i guanti di pelle o derivati (negli anni ruggenti, leziosamente con le dita scoperte), berretto calcato in testa, pantaloni a “zuava” per impedire ogni appiglio con la scoppiettante macchina, occhialoni per difendersi
dalla polvere delle strade (ovviamente ancora non asfaltate), sciarpa per tutelare la gola
dall’ebbrezza dei 18 km. all’ora !
La macchina era ancora “scoperta” (diventerà cabriolet nell’era “moderna”), e la tutela della persona era necessariamente impellente e l’abbigliamento obbligatoriamente
castigato e sopratutto “protettivo”.
La donna era ancora impreparata. Le crinoline, i cappellini, i merletti, i pizzi, non erano assolutamente adatti e, comunque, andavano “tutelati” con grandi mantelli, cappe
e lunghi lacci per tenere fermi -sulle loro teste- gli adorati cappellini, e per ripararsi dalle
intemperie, tant’è che, per tale necessità, l’abbigliamento femminile si dovette adeguare,
perdendo molti orpelli e fronzoli, alle …. velocità turbinose delle prime storiche auto.
Un viaggio in auto era ancora meno “comodo” nei confronti della carrozza a cavalli
(del resto munita di cabina coperta e confortevole), anche se più …. rapido e “moderno”.
Ben presto i costruttori si resero conto di aver omesso una parte importante dell’auto, tutti presi, com’erano, dalle tecniche motoristiche del mezzo.
Le comodità dell’auto venivano in secondo piano. Ben presto fu invece impellente
la necessità di porvi riparo. Nacquero carrozzerie di varia foggia ed eleganza. Le auto assunsero una “veste” di prestigio e di innegabile comodità. Le sellerie degli interni e
le rifiniture poi, evidenziarono il “distinguo”.
La fusione tra il mezzo meccanico e la “carrozza a cavalli” avvenne nella maniera più ovvia: applicando allo “chassis” dell’auto, una bella calandra con tanto di sedile o
poltrona e tanti sportelli a vetri che proteggevano i passeggeri dalla polvere e dalla pioggia, rendendo il viaggio piacevole, confortevole senza richiamare più il “safari” polveroso di prima.
La donna ritrovò la propria femminilità, e rifiorì la vanità degli indumenti e del belletto.
I merletti che scendevano dai cappellini non erano necessari per difendersi dalla polvere,
erano un piccolo segno di vezzoso mistero. L’abbigliamento della donna cambiò di colpo.
Non era più necessaria un “specie di divisa”: la donna, come sempre, dava libero sfogo al suo inesauribile senso di libertà e di rinnovamento che ha espresso in ogni epoca, con il
vestiario e con la cura della sua persona.
L’auto contribuì a consegnare nelle mani della donna un pezzo di libertà, conquistata
sul campo, con la propria caparbietà e determinazione, divenendo guidatrice provetta e
rimodellando la sua vita di relazione, con i mezzi che l’inventiva umana aveva saputo creare.
Le signore, pur non essendo impegnate (non allora !) direttamente nella produzione delle auto, ne determinavano, però, gli indirizzi del confort e dell’eleganza delle vetture.
Essendo destinate … “anche” a loro, le auto venivano pensate e create (lo sono ancora!),
in loro funzione. La donna non voleva mettersi in viaggio e “spettinarsi”(cosa ritenuta orribile !) o peggio arrivare a destinazione impolverata come un ….panettiere !
Le carrozzerie non solo abbellivano la vettura ma la completavano in modo organico
e alla gradevolezza dell’insieme offrivano quei vantaggi e comodità molto richiesti.
Le ”migliorie” apportate nei vari decenni, all’auto, ha fatto divenire questo insostituibile
mezzo un vero “feticcio” moderno per l’uomo, ma per la donna, pur apprezzandolo, é
rimasto quel comodo strumento di viaggio che le consente di arrivare a destinazione
così come ha sempre desiderato arrivare: in ordine ed in salute!
La moda (particolarmente quella femminile) ha, tuttavia, influenzato la costruzione delle vetture, non solo con la carrozzeria protettiva, ma con una serie di accessori ,impensabili agli “albori” del mezzo meccanico : il predellino (il gradino rientrabile) portato a livello del “passo” della donna, limitato dalle lunghe gonne dell’epoca. Lo specchietto “per il passeggero”, utile in viaggio e sopratutto nelle soste. L’imbottitura dei sedili, per richiamare la casa, a cui la donna dedicava le sue prime attenzioni, etc.
L’auto, del resto, ha modificato la moda. Come? Rendendo più “pratico” l’abbigliamento non solo degli uomini, ma in special modo quello femminile. Gonne più corte, e più “svasate”. Scarpe più leggere di pelle morbida. Soprabiti leggeri e tailleurs confortevoli.
Il capo, riparato dalla carrozzeria e dai vetri, non aveva più bisogno di essere “tutelato” da cappellini di varie fogge e le pettinature (scatenando la fantasia dei coiffeurs) ingentilivano il viso delle donne rendendole più “libere”, “sicure” e curate come piaceva (e piace) a loro e certamente….. anche agli uomini !