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E’ tempo di capirlo…

Il voto per l’Europa: un voto importante!

Perché dobbiamo andare a votare per le Europee

(03.06.09) del Direttore

Pare… pare che l’idea di Europa a noi Italiani  fatichi a entrarci nella testa.
“Non capiamo i casini che fanno qui a Roma – dice la gente – figuriamoci se mo’ possiamo capire pure quelli che fanno quelli che vanno… là!”
“I casini” che fanno a Roma, invece, entrano nella borsa e nei portafogli di tutti noi Italiani e quello che fanno …là… in Europa… invece, pure!
In noi Italiani c’è stata sempre una certa disaffezione per la politica, soprattutto perché, per mille anni e passa, la politica per noi l’hanno fatta sempre gli altri: lo “straniero”!.
Per noi c’erano solo tasse, balzelli vari, ingiustizie e… fatica!
Storicamente è più che comprensibile.
Insomma  molti pensano che la politica sia una cosa astratta – purtroppo spesso inconcludente, sì! – ma faticano a capire che entri nei loro portafogli, nelle loro case, nei …”cavoli” loro i più intimi.
L’Europa, poi!…
A noi, “portaerei”  agli ormeggi in mezzo al mar Mediterraneo, più vicini – si può dire – al continente africano ed al Levante, Bruxelles, Strasburgo…. sono altri pianeti.
E invece, ciò che si dice e si fa  in quelle due città, anche questo entra nei nostri portafogli, nella nostra vita quotidiana, anzi!…
Mille cose potremmo dire di quel che in Europa si è fatto finora! E ci faremmo pure una bella figura, ma… con i potentati, non certo faremmo un favore ai lettori:sarebbe un tedioso elenco e ce ne asteniamo.
Anche se poi non sarebbe cosa del tutto inutile, perché…- e ci scommetteremmo! –  ben pochi sanno che quel certo contributo che abbiam potuto avere per fare quella certa opera pubblica nella nostra città o quel tal beneficio (tipo l’anno scolastico potuto frequentare all’estero da nostro figlio), sono stati possibili grazie a quel che fanno in quegli sconosciuti pianeti che si chiamano Bruxelles e Strasburgo.
Qui potremmo riportare pure l’appello di Barroso per spingere al voto, alla luce di quel che s’è fatto e che rimane da fare. Ma questo non è il nostro giornalismo.
Il nostro è quello delle persone comuni che ne hanno anche piene le tasche dei discorsi dei politici.
Ma due cose ci teniamo a dirle e sono nostre.
La prima è che oggi che il mondo è diventato tanto piccolo che se in Messico uno prende l’influenza, la trasmette pure a me, l’idea di un continente unito come l’Europa è ineludibile, anche, per assurdo, a volere il contrario, con la forza.
E poi, la seconda è che… – sentite! – NON dobbiamo andare a votare per noi, né per i nostri figli, perché i campi d’azione dell’Europa unita sono ancora pochi, ma lo DOBBIAMO FARE per i nostri nipoti, per i nostri pronipoti… per i figli dei nostri pronipoti!
Essi potranno, sì, a pieno, “godere” dei privilegi di una Europa anche politicamente unita sotto tutti gli aspetti, essi saranno prima cittadini europei e poi, italiani, francesi o altro ancora.
Andare a votare, quindi per l’Europa è un diritto-dovere CIVICO, ma più che altro è per continuare a gettare il seme. Un buon seme anzi, di cui raccoglieranno il frutto, i figli dei nostri figli.
Capiamolo!
Anzi… DOBBIAMO capirlo!
E facciamolo, quindi, e non importa per chi voteremo.
Nel momento in cui nel seggio elettorale voteremo per le europee, non ci deve importare sapere dove siano Bruxelles o Strasburgo, dobbiamo pensare che lo facciamo per le generazioni future, perché loro stiano meglio.
E ricordatevi che la civiltà d’un popolo, si vede soprattutto da due cose e la prima ci vien suggerita dagli archeologi ed antropologi: dalle necropoli, dalle sepolture: da come quel popolo trattava, anzi onorava i propri defunti.
Noi aggiungiamo: e da come prepara il domani dei figli, dei figli, dei propri figli, lasciando loro un mondo non peggiore di quello che han trovato, anzi, migliore.!
Due ultime cose che altrimenti mi rimarrebbero tra i tasti del computer e me ne dispiacerebbe.
In definitiva, quando votiamo per le elezioni nazionali, votiamo essenzialmente per l’oggi; per le Europee, votiamo per il VERO FUTURO: siamone degni ed orgogliosi.
La seconda cosa –  l’ultima – sappiate, ricordatevi che solo nelle sport ci sono squadre di serie A e di serie B.
E la politica che fanno i deputati europei non è assolutamente una politica di serie B, anzi… è la “POLITICA DEL FUTURIBILE”!
Si vota sabato 6 giugno e domenica 7 giugno.
Se una volta soltanto arriveremo tardi al mare, sarà un ritardo… ben speso!
Credeteci, CREDIAMOCI!

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