I “Fratelli” di Eluana

0
540

I “Fratelli” di Eluana

Chi sono, come vivono

di Anthony Cormaci (12.02.2009)

Sono circa… 2500 i “fratelli” di Eluana in Italia, che vivono in stato vegetativo… da anni, in silenzio.

Uomini di governo, ora avete tutto il tempo di legiferare in modo serio, ponderato, ma soprattutto…  senza aspettare quegli ultimi “2 o 3 giorni” fatali!… per arruffare emotivamente decreti o leggi non sufficientemente ponderati !

Questi… “fratelli e sorelle” di Eluana sono quasi tutti in giovane età, ai quali il destino ha cercato di spezzare la vita e rendendo penose, affaticanti e stressanti le giornate sempre uguali di chi li assiste – quasi sempre genitori affranti, ma pieni di forza e di coraggio – alla ricerca di un se pur impercettibile movimento, di un sorriso appena abbozzato, di un miglioramento anche minimo, che li incoraggi e che dia loro una speranza per andare avanti.

E allora, Signori Politici!…
E’ un grido che vi giunge!
E perentorio.
Non lasciamo soli questi genitori… questi  “Eroi della quotidianità”!

Aiutiamoli con strutture adeguate, con iniziative che possano loro rendere più leggero il peso di ogni santo giorno trascorso al capezzale di questi figli senza parola… spesso immoti, giovani “dormienti” in attesa di tornare alla vita di prima, di quel maledetto evento traumatico che ha “sospeso” loro, la vita e che hanno bisogno di tanto, di tutto!

C’é chi non si muove, non parla, rimane immobile… eppure il suo corpo “vive” nelle funzioni metaboliche. Altri “rispondono” come possono agli stimoli esterni: con il movimento degli occhi, con la stretta sia pur flebile della mano, con il sospiro…  qualcuno con una lacrima…

E tutti hanno una vita interiore, anche se non possono farla “esplodere” all’esterno, e spesso odono anche le voci di chi li assiste (non lo supponiamo, ma l’hanno asserito alcuni di coloro che, con le cure e con il tempo, sono “usciti” dal coma per tornare alla vita vigile).

Lo stato “vegetativo”consente al paziente di respirare in modo autonomo, mantiene una vitalità circolatoria, respiratoria, metabolica e un controllo sulle funzioni “vegative” come la temperatura corporea, la pressione arteriosa e la diuresi.

Una gran parte di questi pazienti in queste condizioni a seguito di un trauma violento, sono assistiti a casa. E’ un dovere della Società provvedere ad un aiuto concreto e soddisfacente per queste famiglie.

Siamo ancora in tempo per varare idonei sostentamenti: non facciamo passare altro tempo nel silenzio, nell’inattività, nel disinteresse, nell’abbandono di queste persone sfortunate al “loro destino” e ignorando i sacrifici, le difficoltà, le sofferenze indicibili di coloro che li assistono.

Molti di queste persone potranno tornare a vivere la loro vita che un destino crudele ha “piegato”, ma non ancora “spezzato”!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here