Ambiente, un morto su 5 dovuto allo smog.
Otto milioni gli italiani in zone ad alto rischio.
(12.06.2007)
In Italia un decesso su cinque è dovuto a cause ambientali prevenibili, in primo luogo lo smog. e sono fra i 6,4 e gli 8,6 milioni gli italiani che vivono in zone inquinate, ad alto rischio per la salute. Considerando però solo i comuni inclusi in 54 Sin, i siti di interesse nazionale per le bonifiche, di cui sono noti e riconosciuti i pericoli sanitari. Ma il numero crescerebbe in modo considerevole se si tenesse conto di tutte le aree “pericolose”: 6 mila Sir, definiti secondo parametri differenti da regione a regione, 58 siti con elevata contaminazione d’amianto, 1.550 siti minerari e 1.120 stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Una situazione nella quale allarmano gli effetti del traffico in città, con le polveri sottili che uccidono 8.220 italiani l’anno, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità.
E’ un quadro drammatico quello che emerge dalla Relazione sullo stato delle conoscenze in tema di ambiente e salute nelle aree ad alto rischio in Italia, sintesi delle attività realizzate nelle aree italiane a rischio e contributo del Cnr ai lavori dell’VIII Commissione permanente ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, presentato oggi a Roma in concidenza della Giornata mondiale dell’ambiente.
A lanciare l’allarme sugli effetti devastanti delle polveri sottili è Roberto Bertollini, direttore del programma “Salute e ambiente” dell’Organizzazione mondiale della sanità. “In Italia il 20% della mortalità è riconducibile a cause ambientali prevenibili” spiega, ricordando che sono le aree della Pianura Padana, insieme ad alcune zone di Olanda e Belgio, tra le più soggette all’inquinamento, in particolare delle polveri sottili.
I dati riferiti alle maggiori città indicano che oltre il 60% degli ossidi di azoto è dovuto alle emissioni da traffico, così come oltre il 90% del monossido di carbonio. Le automobili sono responsabili anche del 75% delle emissioni di benzene su scala nazionale, di cui oltre il 65% originate in aree urbane.
Milano e Torino, ha spiegato Bertollini (oltre alle zone, citate, del Sud della Polonia) sono tra i centri in Europa caratterizzati dai più alti valori di concentrazione di Pm 2,5 ossia il particolato fine, che entra subito in circolo nel sangue: “Secondo le linee guida dell’Oms, il Pm 2,5 dovrebbe attestarsi sui 10 milligrammi per metro cubo, mentre a Milano e Torino tocca regolarmente i 35-40 milligrammi”. Per il Cnr, lo smog uccide in media 8.220 persone l’anno nelle 13 maggiori città italiane, il che equivale al 9% della mortalità per gli over 30, incidenti stradali a parte.
Articolo tratto da Repubblica.it del 5 giugno 2007